In occasione della 52a Giornata mondiale della comunicazione, che si è celebrata domenica 13 maggio in occasione della solennità dell’Ascensione, i Paolini hanno organizzato un seminario di studio presso la Casa Divin Maestro di Ariccia intitolato “La verità vi farà liberi. Le notizie in rete tra fake news e giornalismo di pace”. Un evento che prende spunto dal messaggio di papa Francesco sul tema della fake news, o “bufale”, e che – come ha sottolineato don Valdir José De Castro, Superiore generale della Società San Paolo – ha avuto lo scopo di riunire religiosi impegnati nella comunicazione sociale, giornalisti e specialisti per pensare insieme su temi caldi della comunicazione, soprattutto digitale.

Tra i relatori di venerdì 11 maggio Nataša Govekar, impegnata nella Segreteria della Comunicazione della Santa Sede, che ha spiegato la radice del termine “verità” in varie lingue, mostrando che essa ha il suo fondamento nella realtà e non in concetti astratti. Derrick De Kerckhove, discepolo del famoso sociologo canadese Marshall Mc Luhan, ha mostrato come il fenomeno delle fake news è antropologico ed epistemologico, segno del momento di cambiamento epocale che ha paragonato a quello del passaggio al Rinascimento. Solo che il senso di marcia oggi è inverso: se il Rinascimento aveva visto l’alba dell’individualismo, oggi si sta tornando, anche grazie al web e ai social media, a una dimensione comunitaria. De Kerckhove ha spiegato che la riflessione sulla comunicazione oggi è fondamentale per capire l’uomo e la società in un tempo caratterizzato dalla mancanza di riferimenti e dalla c.d. “post-verità”. Il professor Mario Pireddu ha dimostrato come le fake news non sono un fenomeno tipico di questo tempo ma di sempre. Semmai oggi esistono in forma diversa a causa del fenomeno della rete. I tema, quindi, è educativo: insegnare a difendersi da esse smascherandole, soprattutto in rete.

Sabato 12 maggio il dibattito si è sviluppato su tematiche più pratiche, con la presenza di professionisti del settore. Tra questi il giornalista Alberto Puliafito, fondatore del sito Slow News, che ha proposto una nuova forma di fare giornalismo nel mondo digitale a partire dallo sviluppo di relazioni autentiche in rete.